Sono in macchina e sto guidando, in un viaggio che a volte mi sembra lungo ma che alla fine è così breve, a volte lento e altre volte scorre troppo veloce.
Quando sono di buonumore tengo la musica a tutto volume, mentre la spengo se non ho voglia di sentire nulla.
Sono passata dal mare alla montagna, salendo tornanti e curve tortuose, attraverso piogge così intense da non vedere più la strada, e ora sono nuovamente discesa in pianura.
Ho incrociato cartelli di lavori in corso e schivato tante buche non segnalate.
Guardo nello specchietto retrovisore la strada che ho fatto, vedo là in fondo quelle montagne insidiose farsi sempre più piccole alle mie spalle e tiro un respiro di sollievo.
Ed è proprio sul più bello che trovo ancora animali dispettosi a tagliarmi la strada, manto stradale insidioso, e a volte ascoltando la radio sento le notizie di chi da quella vetta non è più sceso.
Ecco allora che riguardando negli specchietti sembra che quelle montagne mi siano rimaste incollate, si sono fatte piccole ma non riesco a staccarle e le trovo sempre lì, schierate duramente all'orizzonte alle mie spalle, a ricordarmi l'asprezza di quel tratto in cui potrei nuovamente ritrovarmi.
Allora mi strofino gli occhi e mi concentro bene sulla strada che ho davanti a me, riattacco la musica, mi infilo un bel paio di occhiali e punto il sole. Non ho mappe quindi devo stare attenta al percorso che ho di fronte, non a quello già fatto.
Ho saldo in mano il volante ma non il controllo degli imprevisti, quindi tiro dritto e ho tutta l’intenzione di godermi il panorama e la compagnia dei miei passeggeri!