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Epigenetica e Longevity Food

L’epigenetica è la branca degli studi genetici che si occupa delle condizioni che determinano il fenotipo senza alterare il genotipo, ovvero influenzano ciò che è visibile senza modificarne l’essenza.

Stile di vita, alimentazione, condizioni ambientali entrano a far parte dell’epigenoma, facendo sì che il DNA, pur mantenendo una sequenza inalterata, proceda esprimendo un gene e silenziandone un altro, modificando l’accessibilità alle sue diverse regioni. In poche parole, l’epigenoma (ovvero ciò che sta attorno al genoma) entra nella stanza dei bottoni, e decide quali interruttori accendere o spegnere.

Il cibo può avere effetto epigenetico, silenziando regioni genomiche con carattere gerontogenico ed accendendo, invece, geni che promuovono la longevità, migliorando così la qualità e l’aspettativa di vita. O viceversa.

Responsabili di questa eroica impresa sono una ventina di molecole, presenti in alcuni alimenti, che sono in grado di replicare gli effetti benefici della restrizione calorica (argomento affrontato in un precedente post), spostando un po’ più indietro le lancette dell’orologio biologico e riducendo l’infiammazione che è spesso causa di malattie quali tumori, diabete, malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer.

Si dice quindi che queste molecole “mimano” il digiuno.

Ad oggi vengono riconosciuti effetti di promozione della longevità alle seguenti molecole

- Quercitina, presente in asparagi, cioccolato extra fondente, capperi, cipolle, lattuga

- Resveratrolo, presente nell’uva e nel vino rosso

- Curcumina, principio attivo della curcuma

- Antocianine, un pool di molecole presenti nelle arance rosse, cavolo cappuccio rosso, ciliegie, frutti di bosco, melanzane, patate viola, prugne nere, radicchio, uva nera

- Epigallocatechingallato, presente nel the verde e nero

- Fisetina, che troviamo in cachi, mele, fragole

- Capsaicina, presente in peperoncino e paprika piccante

Il consiglio , quindi, è quello di contemplare nella nostra alimentazione quotidiana i suddetti longevity food, sempre nel rispetto della stagionalità dei singoli alimenti.

Fin dal primo mattino potremo far scorta di epigallocatechingallato, fisetine ed antocianine, preparando, per la prima colazione, una ricca macedonia di frutti di bosco, mele e fragole, da accompagnare con un thè verde, non zuccherato.

Ai piatti che consumeremo a pranzo o a cena potremo aggiungere curcuma, paprika piccante o peperoncino, facendo così il pieno di curcumina e capsaicina; tali spezie daranno sapore ai nostri piatti, permettendoci, inoltre, di limitare l’aggiunta di sale alle preparazioni.

Vorrei ora soffermarmi sulla curcumina, contenuta nella curcuma, una polvere speziata che si ottiene dalla radice della curcuma longa: numerosi studi hanno dimostrato come la curcumina riduca gli stati infiammatori che possono essere alla base di obesità, diabete, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative e tumori.

La curcumina inibisce TOR, promotore dell’invecchiamento. Affinchè la curcumina sia maggiormente bioattiva, occorre che sia accompagnata alla piperina, molecola contenuta nel pepe nero: la piperina amplificherà gli effetti della curcumina e l’aggiunta di una fonte di grassi, come l’olio extravergine di oliva, ne aumenterà la biodisponibilità.


Dott.ssa Paola Mirabelli

Biologa Nutrizionista

3387081622





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