Il digiuno notturno della durata di almeno 12 ore può contribuire alla prevenzione del cancro al seno.
Questo è quanto affermato da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Jama Oncology.
Precedenti studi, condotti su roditori, dimostrano che un digiuno prolungato durante la fase del sonno riduce la carcinogenesi e i processi metabolici potenzialmente associati al rischio di insorgenza di tumore al seno.
Partendo da questo presupposto è stata condotta un’analisi su 2413 pazienti, con carcinoma mammario in stadio iniziale, di cui 818 hanno digiunato per almeno 18 ore, mentre le restanti avevano mangiato ad orari più tradizionali, con un digiuno notturno più breve. In questa coorte di pazienti, il digiuno notturno superiore alle 13 ore è stato associato statisticamente ad una riduzione del 36% della recidiva da cancro al seno.
Da ciò si deduce che prolungare la durata dell’intervallo di digiuno notturno può essere, assieme al contenimento dei livelli glicemici, al mantenimento del corretto peso corporeo, ad un’alimentazione di tipo antinfiammatorio, una strategia dietetica per ridurre il rischio di recidiva di questa patologia.
Gli effetti terapeutici del digiuno sono principalmente legati ad una migliore performance cellulare nei processi di rigenerazione e autofagia, ma anche, conseguentemente ad un migliore controllo della gestione del peso corporeo, poiché viene ridotto il numero di ore di cui si compone la finestra alimentare, ovvero il periodo in cui ci si alimenta.
Riflettendo su quanto detto, a qualcuno verrà in mente il vecchio detto “una colazione da re, un pranzo da principe ed una cena da povero”, oppure l’antica tradizione dei nostri nonni di consumare la “merenda sinoira”.
Il consiglio è quindi quello di distribuire il cibo soprattutto nella prima parte della giornata, per poi consumare un pasto serale leggero, soprattutto per quanto riguarda carboidrati raffinati e zuccheri semplici, entro 5 ore prima di coricarsi per un sonno di almeno 7 ore.
D.ssa Paola Mirabelli Nutrizionista
